Le microplastiche sono diventate una delle minacce ambientali più pervasive e insidiose del nostro tempo. Queste minuscole particelle di plastica di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, sono state trovate in oltre 1.300 specie viventi a dimostrazione del fatto che si trovano ormai ovunque: dall’acqua potabile agli alimenti, dall’aria che respiriamo al corpo umano, nel sangue, nei polmoni e addirittura nel latte materno. La loro diffusione è così capillare che sono state rilevate persino nelle regioni più remote del pianeta, dal Monte Everest alla Fossa delle Marianne. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology, ogni essere umano potrebbe ingerire fino a 50.000 particelle di microplastica all’anno, una cifra destinata ad aumentare con il continuo inquinamento globale.
La loro diffusione rappresenta quindi una minaccia significativa per l’ambiente e la salute umana. Le microplastiche non solo causano danni fisici agli organismi che le ingeriscono, ma sono particolarmente insidiose per la loro capacità di accumulare sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti e altri inquinanti. Queste sostanze chimiche possono essere assorbite dagli organismi marini e, attraverso la catena alimentare, raggiungere l’uomo.
Studi di laboratorio hanno evidenziato che le microplastiche possono causare danni alle cellule umane, comprese reazioni allergiche e morte cellulare. Tuttavia, non sono ancora stati condotti studi epidemiologici su larga scala per documentare il legame tra l’esposizione alle microplastiche e l’impatto sulla salute umana (fonte National Geographic).
Senza interventi significativi, si stima che la quantità di microplastiche potrebbe raddoppiare entro il 2040 (fonte Huffington Post).
La complessità del problema richiede un’azione globale immediata.
Microplastiche e inquinamento marino
Gli oceani sono diventati veri e propri serbatoi di microplastiche. Si stima che ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano nei mari, dove si frammentano in particelle sempre più piccole a causa dell’azione del sole, delle correnti e degli agenti atmosferici. Queste particelle vengono ingerite da plancton, pesci e altri organismi marini, entrando così nella catena alimentare fino ad arrivare sulle nostre tavole. Uno studio del Marine Pollution Bulletin ha dimostrato che oltre il 60% dei pesci analizzati conteneva microplastiche nel proprio organismo. Questo rappresenta un grave rischio per la biodiversità marina e per la salute umana, poiché queste particelle possono trasportare contaminanti chimici altamente tossici, come PCB, pesticidi e metalli pesanti.
Un rischio per la salute umana
L’impatto delle microplastiche sulla salute umana è ancora oggetto di studio, ma le prime evidenze non sono rassicuranti. Le microplastiche possono penetrare nell’organismo attraverso l’acqua, il cibo e persino l’aria, raggiungendo organi vitali come il fegato, i polmoni e il cervello. Alcuni studi hanno dimostrato che queste particelle possono causare infiammazioni, danni cellulari e alterazioni del sistema endocrino. Inoltre, la loro capacità di attrarre e accumulare sostanze tossiche amplifica il rischio di esposizione a inquinanti nocivi. Uno studio del Journal of Hazardous Materials ha evidenziato come le microplastiche possano fungere da vettori per batteri patogeni e sostanze cancerogene.
Una risposta globale è necessaria
Affrontare il problema delle microplastiche richiede iniziative politiche di ampio respiro, coordinate a livello internazionale. Attualmente, esistono diverse normative per ridurre l’inquinamento da plastica, come il divieto dell’Unione Europea sull’uso di microplastiche nei cosmetici e l’eliminazione graduale della plastica monouso. Tuttavia, queste misure non sono sufficienti: serve un impegno globale per ridurre drasticamente la produzione di plastica, incentivare il riciclo e sviluppare alternative biodegradabili.
Gli esperti sottolineano la necessità di investire in ricerca e tecnologie per il filtraggio delle microplastiche dalle acque potabili, oltre a politiche di riduzione dell’uso della plastica nei processi industriali. Senza un’azione concreta e coordinata a livello internazionale, il problema delle microplastiche continuerà a peggiorare, con gravi conseguenze per la salute dell’uomo e dell’ecosistema.
Come proteggersi dalle microplastiche: buone pratiche quotidiane
Le microplastiche sono ormai ovunque, ma possiamo adottare alcune strategie efficaci per ridurre la nostra esposizione e contribuire a limitarne la diffusione nell’ambiente. Ecco sette azioni concrete che possiamo mettere in pratica ogni giorno.
- Ridurre il consumo di plastica: il primo passo per proteggersi dalle microplastiche è ridurre il consumo di plastica usa e getta. Oggetti come sacchetti, bottiglie, bicchieri e posate monouso rilasciano frammenti microscopici nell’ambiente e finiscono inevitabilmente nell’acqua e negli alimenti. Optare per alternative come sacchetti in tessuto, borracce in acciaio inox e contenitori in vetro è un modo semplice ma efficace per limitare l’impatto della plastica nella nostra vita quotidiana.
- Scegliere abbigliamento in fibre naturali: molti capi d’abbigliamento sono realizzati con materiali sintetici come poliestere, acrilico e nylon, che durante i lavaggi rilasciano microplastiche nell’acqua. Queste particelle, troppo piccole per essere filtrate dagli impianti di depurazione, finiscono nei fiumi e negli oceani, contaminando l’ecosistema. Preferire vestiti in cotone, lino, lana o canapa è una scelta più sostenibile. Inoltre, esistono filtri per lavatrici progettati per catturare le microplastiche e ridurne la dispersione.
- Evitare cosmetici contenenti microplastiche: molti prodotti per la cura della pelle e dei capelli, come scrub, dentifrici e trucchi, contengono microplastiche sotto forma di microsfere o additivi. Queste particelle sono troppo piccole per essere eliminate dai sistemi di filtrazione delle acque e finiscono direttamente nell’ambiente. Leggere le etichette e evitare ingredienti come polyethylene (PE), polypropylene (PP) e polymethyl methacrylate (PMMA) aiuta a fare scelte più consapevoli. Optare per cosmetici naturali e biodegradabili è una soluzione sicura sia per la nostra pelle che per il pianeta.
- Prevenire la contaminazione del cibo con la plastica: molti contenitori in plastica rilasciano microplastiche soprattutto quando vengono esposti al calore o agli acidi presenti nei cibi. Per questo è importante evitare di riscaldare gli alimenti in contenitori di plastica nel microonde e preferire vetro o acciaio per la conservazione del cibo. Anche la pellicola trasparente può trasferire microplastiche ai cibi, quindi meglio usare alternative come involucri in cera d’api o contenitori riutilizzabili.
- Mangiare alimenti freschi e integrali: i cibi confezionati e ultraprocessati spesso contengono residui di microplastiche provenienti dagli imballaggi. Inoltre, alcuni processi industriali possono contaminare gli alimenti con particelle di plastica. Preferire prodotti freschi, biologici e poco lavorati aiuta a ridurre l’ingestione di microplastiche. Ad esempio, acquistare frutta e verdura sfusa invece che in confezioni di plastica è un piccolo gesto che può fare la differenza.
- Smaltire correttamente i rifiuti: un altro modo per limitare la diffusione delle microplastiche è smaltire correttamente i rifiuti plastici. Gettare la plastica nell’ambiente contribuisce all’inquinamento e favorisce la frammentazione dei rifiuti in microplastiche. È fondamentale separare i rifiuti e riciclare correttamente, oltre a partecipare ad attività di pulizia ambientale per ridurre l’inquinamento plastico.
- Bere acqua filtrata e non in bottiglie di plastica: le bottiglie di plastica così come i boccioni d’acqua comunemente utilizzati negli uffici, soprattutto se esposti al calore o conservati a lungo, rilasciano microplastiche nell’acqua che poi beviamo. Per ridurre questo rischio, è meglio scegliere bottiglie riutilizzabili in vetro o acciaio e bere acqua filtrata. L’installazione di appositi sistemi di filtrazione dell’acqua di casa, tra cui l’osmosi inversa, può aiutare a ridurre la quantità di particelle di plastica presenti nell’acqua potabile, garantendo un consumo più sicuro.
Adottando queste semplici ma efficaci abitudini, possiamo proteggere la nostra salute e contribuire a ridurre l’impatto delle microplastiche sull’ambiente. Ogni piccolo gesto conta nella lotta contro l’inquinamento da plastica.