Calcio nell’acqua, gli effetti sull’organismo
Per capire se le acque ricche di calcio facciano bene o meno alla salute occorre conoscere le quantità di questo minerale consigliate quotidianamente dalle autorità sanitarie. In media il fabbisogno giornaliero è di 800-900 mg/die per un soggetto adulto, ma può aumentare per le donne in stato interessante o in allattamento (1200 mg/die) e per le persone anziane (1000-1100 mg/die). [Fonte: Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione]
Fatta tale premessa, un’acqua potabile può essere considerata calcica quando contiene più di 150 mg/l di calcio (D. Lgs. 176/2011). L’acqua del rubinetto assicura un apporto compreso tra il 5% e il 20% della razione raccomandata per gli adulti: valori simili (se non superiori) rispetto all’equivalente in bottiglia, ma senza il rischio di rilascio di microplastiche.
L’acqua ad uso domestico opportunamente purificato, quindi, rappresenta una valida fonte minerale da integrare nell’alimentazione. Ma c’è di più: l’opinione secondo cui un’elevata concentrazione di calcio nell’acqua favorisca l’insorgenza dei calcoli renali è da considerare falsa. Al contrario, ne previene la formazione nella stragrande maggioranza dei casi.
Acqua del rubinetto, elettrodomestici e tubature: i depositi di calcare
La presenza di calcio nelle acque non è di per sé un difetto: è dovuta al contatto con rocce contenenti alte percentuali del minerale nel percorso tra la sorgente e l’utenza finale. Nei materiali rocciosi si trova per lo più come CaCO3 (carbonato di calcio), mentre nell’acqua è disciolto in forma ionica insieme al magnesio e a piccole quantità di altri elementi, dando origine al calcare.
I problemi relativi a eventuali depositi si evidenziano quando gli ioni Ca2+ e Mg2+ reagiscono con l’anidride carbonica all’interno del fluido. La trasformazione non avviene a temperatura ambiente, ma per valori pari o superiori a 60°C, quindi per evaporazione o riscaldamento oltre la soglia indicata. Dal momento che in tutte le case l’impiego di bollitori, lavastoviglie, lavatrici è all’ordine del giorno, non è raro riscontrare danni dovuti a incrostazioni all’interno di tubi ed elettrodomestici.
Vale la pena ricordare, inoltre, la formazione di aloni e macchie tendenti al bianco (nonché la perdita di lucentezza) di lavelli in acciaio, pentole, rubinetteria e altri complementi metallici, causati da un eccesso di calcare. Lo stesso dicasi per eventuali depositi su sanitari, pensili in plastica, indumenti e molto altro, per i quali i comuni detergenti e anticalcare agiscono sull’effetto ma non sulla causa.
Acque calciche, come evitare danni agli elettrodomestici?
Date le conseguenze del problema, l’unico modo per far durare le attrezzature a uso domestico è la prevenzione, quindi intervenire prima dell’arrivo del fluido all’utenza. A tale scopo, l’impiego di un addolcitore di ultima generazione riequilibra la concentrazione di calcio e magnesio, riducendo la formazione di calcare entro una soglia ragionevole. La possibilità di collegarlo a uno smartphone via Bluetooth o Wi-Fi consente di controllarlo a distanza.
I dispositivi dell’azienda Tecpur sono eco-friendly e in linea con le più recenti tecnologie, poiché richiedono meno sale (ridotto fino al 50%) e limitano il dispendio energetico. Grazie all’aggiunta di resine contenenti moderate quantità di ioni di sodio (Na+), questi macchinari migliorano la qualità dei lavaggi, non rendono l’acqua acida, non corrodono le tubature né le parti metalliche. Il tutto senza inquinare l’ambiente e con un cospicuo risparmio nel breve-medio periodo.